Diario di una donna col cancro, Francesca contro Golia

Continua la nostra rubrica scritta da Francesca Macchi, “Diario di una donna col cancro”. Se vi siete persi il primo capitolo, vi consiglio vivamente di rimediare cliccando qui. Questo nuovo capitolo del diario, intitolato “Francesca contro Golia”, spiega da un punto di vista interiore, cosa significhi lottare contro un tumore. Vi avviso prima di leggerlo: è, a tratti, di una bellezza sconcertante. Buona lettura.

“ ‘Visto che il tumore non te lo tolgono subito, ma dovrai passare dei mesi insieme a lui, dovresti dargli un nome. Cerca di non entrarci in conflitto.’ Si, assurdo vero? Eppure dopo esser uscita dallo studio della mia psicologa ci ho pensato tutta la sera: non è una cazzata! Così senza pensarci troppo mi è venuto in mente un nome, Golia. Secondo la bibbia, Golia era il campione dei filistei, famoso per la sua sconfitta contro Davide. Seppur la sua enorme stazza, si narra di un cattivissimo gigante di 3 metri, viene abbattuto dal suo molto più piccolo avversario con una fionda. Il mio Golia è di 2,5 cm e verrà anch’esso sconfitto da Davide, per fortuna non per via di una fionda, ma con il suo sorriso. Daviducci è la mia linfa vitale, lotterò con il suo sorriso nella mente.

Come ci si sente a pochi giorni dall’inizio della chemio? Stupida. Perché ancora spero che qualcuno in laboratorio abbia invertito le boccette, e che nel mio nodulo ci siano cellule buone e non cancerogene. Ansiosa. Ogni dolore che sento nel mio corpo (e non son pochi), temo sia un nuovo tumore o una metastasi che invade il mio corpo. Svampita. Non ricordo nulla. Ditemelo pure tre volte, scordo tutto perché la testa è altrove. Impaurita. Il mio corpo già debilitato, reggerà anche questa terapia? Chi non mi conosce non sa che io colleziono effetti collaterali, anche quelli che non sono ancora stati scritti sul ‘bugiardino’. Ne invento di nuovi. Attesa. Mi sembra sempre lo stesso giorno. Esami su esami e certezze zero. Inizio o no la chemio? Le faremo sapere. Gli esami sono andati bene o no? Le faremo sapere. Mi fanno male braccio e seno, e anche la schiena, ma proprio tantissimo, perché? Aspettiamo la visita con oncologa. Nel frattempo? Reiki, shatzu come non ci fosse un domani. tanto è sempre lo stesso giorno. Amata. Ho ricevuto amore, sostegno da tantissime persone che neanche immaginavo. Quanto può fare una telefonata o anche una sola parola? Non immaginate quanto peso possano avere! La mamma (che ci è passata 16 anni fa) si prende cura di me con il reiki, lo shatzu, la riflessologia plantare e il cranio sacrale. Anche mio papà fa il suo e mi porta in osteria. Il mio amore oltre ad esser il mio guscio (perché mi sostiene e contiene in tutti i sensi), si sta specializzando in oncologia oltre alla sua precedente specializzazione in neurologia. Ho l’amica che mi raserà a zero, disposta a rasarsi per solidarietà, la sorellina che si trasferisce da noi e che mi vizia, l’amica che mi porta alle sagre e quella che chiama ogni giorno per esser rassicurata, anche un inaspettato vicino che mi regala l’azalea dell’ airc.

Si può dire che la sfiga unisce? Ma è davvero sfortuna? Sono i geni ereditari? Ho cercato la risposta a queste domande per giorni; perché a me? Perché ancora a me? ‘Se ti fai sta domanda stai cercando un colpevole, un colpevole che non c’è. Non ti colpevolizzare Fra. Non ne hai bisogno!’ Psicologa dixit. E ci ha preso pure stavolta! Non me la faccio più sta domanda. Ma resto dell’idea che comunque poteva pure mandarglielo ad un pedofilo sto cancro. Lo so, è un pensiero poco buddista. Poco buddista è anche mandare a quel paesino il radiologo che si autoproclama esperto in reiki e shatzu, quando ti dice: ‘Cara, ti devi voler più bene… perché fai credere al tuo fisico di aver bisogno di un cancro?’. Il tutto mentre stai cercando di non colpevolizzarti.

Ragazzi è un casino far vivere ai miei cari anche questa. Saper di toglier il sonno agli amici, sapere di farli piangere è straziante. Le reazioni delle persone alla notizia sono le più svariate: chi si incazza, chi non ti guarda negli occhi per paura, chi piange e poi lo devo anche consolare, chi cerca di tranquillizzarti perchè l’amica della zia della cognata c’è passata e sta bene, chi dice ‘Beh, questa ti mancava’, chi ti dice ‘Beh siamo ormai nel 2020!’, chi fa domande tecniche o chi cerca di capire se in quel momento potrebbe avere il cancro e inizia a toccarsi il seno in maniera isterica.

Le persone più empatiche sono quelle che già ci son passate o per loro esperienza diretta o con un famigliare stretto. Sono loro i primi a darmi consigli: ‘accorcia già i capelli, sarà meno fastidioso e meno d’impatto per te’, ‘prenditi lo zenzero per le nauseeì’, ‘vai da un pranoterapeuta’, ‘vai li a comprare la parrucca e prendila prima, che non sai quando cominceranno a caderti i capelli’.

E così faccio: non voglio la parrucca, solo foulard o turbanti. Ci vado con mamma, nel negozio dove si era comprata la parrucca anni fa e inizio a provarli. Man mano che li provo sento un groppo che dalla pancia sale fino alla gola, guardo mamma: ‘Ma sta accadendo veramente?’. Non mi risponde a parole, mi abbraccia e piango, piange mamma, e piange anche la proprietaria del negozio. Tre donne che hanno vissuto il cancro strette in un unico abbraccio. Pausa caffè per riprenderci e poi faccio le mie scelte. La sera mi prende male l’idea di diventare calva nel giro di qualche settimana. Il ricordo più brutto e triste che ho di mia madre sotto chemio, è proprio vederla gironzolare per casa pelata. Voglio risparmiare sta visione a mio figlio.

E ora sono qui, distesa sul letto nel tentativo di rilassarmi e so che sotto la mia mano c’è Golia. Lo percepisco come una cosa sporca, che si fa spazio dentro me. Ho paura possa contagiare di schifo chi lo tocca, mia mamma per farmi reiki o Raffaele per vedere se l’aspetto del mio seno cambia. ‘State lontani, vi prego non toccatelo, vi sporcate!’ e Raffaele con le lacrime agli occhi mi risponde ‘Dallo a me, te lo terrei io, se solo potessi…’. Fanculo Golia! Veditela solo con me.”

8 pensieri su “Diario di una donna col cancro, Francesca contro Golia

    1. A Trieste il “caschetto” c’è. La nonna dei miei figli lo ha provato. Funziona? Ni
      Tutto aiuta, ma non è una passeggiata nemmeno questa procedura.

      "Mi piace"

  1. Cara Franci, grazie per la forza della comunicazione e per la bella scrittura. Faccio il tifo per te contro Golia, grande e cattivo, ma con un punto debole che lo può annientare. Intanto stai esprimendo la forza infinita dell ‘amore che dai e ricevi. Hasta la Victoria!

    "Mi piace"

Lascia un commento