“Due trapianti andati male e ora la dialisi, ma la vita è comunque bella”

Parleremo oggi di un argomento che ancora nel blog non avevamo trattato, la dialisi e il trapianto di rene. A guidarci in questo mondo ci sarà un ragazzo di 32 anni di Roma, Carlo Alberto Cecconi.

“Già da quando ero nel grembo di mia madre, attraverso un’ecografia videro che c’era qualcosa che non andava,” racconto Carlo Albero, “avevo una idronefrosi bilaterale, in pratica una malformazione che porta all’insufficienza renale cronica. Ho passato i primi 3 anni di vita dentro l’Ospedale Bambin Gesù di Roma. A otto anni mi hanno tolto un rene, la mia infanzia, così come la mia adolescenza non è stata molto serena, entravo e uscivo dalle sale operatorie, per non parlare delle varie visite”.

A 14 anni Carlo Alberto viene sottoposto al primo trapianto, che però non va come si sperava. La notte di Capodanno, mentre tutti festeggiavano, lui era in ospedale tra la vita e la morte, con una dolcissima infermiera che gli faceva vedere i fuochi d’artificio riflessi in uno specchio.

“È iniziata cosi la mia adolescenza in dialisi,” continua Carlo Alberto, “a 18 anni, con la maggiore età, arriva anche un nuovo rene. Allora la mia nuova vita è iniziata, mi sono laureato in giurisprudenze, ho preso un master alla LUISS, ho iniziato a giocare a pallavolo nella nazionale pallavolo dializzati e ora dirigo un’azienda tutta mia. Ma anche il mio secondo rene mi ha voluto giocare un brutto scherzo e ha iniziato a non funzionare più, a causa di una brutta broncopolmonite non diagnosticata in tempo. Ho dovuto passare due mesi in ospedale, all’epoca ero fidanzato e dopo qualche mese mi sarei dovuto sposare. Era già tutto organizzato, ma lei ha deciso che in un momento cosi difficile era preferibile farsi consolare da un mio ‘amico’, cosi è finita anche la storia con lei insieme al mio rene”.

carlo alberto

L’emodialisi meglio conosciuta come dialisi, pulisce il sangue mediante un trattamento effettuato all’esterno del corpo, in sostanza viene effettuato ciò che il rene non riesce più a fare per un motivo o per un altro. Con questo trattamento il sangue viene fatto circolare attraverso un filtro (dializzatore) collegato a una macchina di dialisi. Ciascun trattamento in genere dura 4-5 ore e deve essere ripetuto almeno tre volte alla settimana.

Ora Carlo Alberto fa la dialisi 4 volte la settimana, si alza la mattina presto, per non dover poi mancare da lavoro, quel lavoro per cui ha studiato tanto.

“Fare la dialisi ti stanca, abbassa la pressione,“ spiega Carlo Alberto, “ma poi comunque voglio andare a lavoro a gestire la mia azienda, cerco di isolare il tempo della dialisi dal resto della giornata in modo da poter vivere serenamente la mia vita. Purtroppo ho dovuto lasciare anche la pallavolo visto che per ben due volte mi sono rotto il crociato, sicuramente anche a causa della debolezza dovuta agli immunosoppressori”.

Chi fa la dialisi può bere al massimo mezzo litro d’acqua al giorno, non può mangiare tanto, soprattutto i cibi ricchi d’acqua, viaggiare e un terno al lotto, perché prima di partire ti devi preoccupare di trovare un centro dialisi nella tua meta che ti possa prender in carico e non sempre trovi posto, quindi salta il viaggio.

“Ora la possibilità che io possa trovare un rene idoneo, dopo ben due trapianti è scesa al 23%,” spiega Carlo Alberto, “sto comunque facendo tutte le visite per essere messo nuovamente in lista, ma so benissimo che passeranno almeno 5/6 anni prima che riescano a trovare un rene idoneo. Fare la dialisi per me è un po’ come stare nel limbo, come se si fosse aperta una grossa parentesi nella mia vita che sto aspettando di chiudere, ma non so quando questo avverrà. La dialisi è una prigione momentanea, una prigione necessaria per la libertà, la condizione necessaria per rimanere su questa terra e godere del bello che la vita ci regala ogni giorno”.

Questa è l’esperienza di un ragazzo di soli 32, ma che sicuramente accomuna molti altri che magari stanno leggendo questo articolo. Per questo, con la collaborazione di Carlo Alberto, noi di Vitae abbiamo deciso di aprire un gruppo Facebook su questo argomento, dove ci si potrà confrontare e aiutare. Il gruppo è rivolto a chi soffre di problemi nefrologici, a chi fa dialisi e a chi è trapiantato, potete iscrivervi al gruppo tramite questo link. Se poi volete approfondire i pensieri di Carlo Alberto, potete seguire quest’altro link verso il suo blog personale.

Saremo felici di potervi aiutare e supportare. Ringraziamo Carlo Alberto Cecconi, per averci regalato la storia della sua vita e per essersi reso disponibile a seguire insieme a noi questo nuovo gruppo Facebook sponsorizzato da Vitae.

carloalberto1

5 pensieri su ““Due trapianti andati male e ora la dialisi, ma la vita è comunque bella”

  1. Mi rattrista molto tutto questo ma so che caratterialmente sei molto forte…..ma c’è una cosa che mi rallegra molto, quella che non ti sei sposato…..nella tua sfortuna almeno una grande fortuna!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Ciao Carlo, porti lo stesso nome di mio padre, anche lui ha fatto sette anni si dialisi, e poi finalmente è arrivato il rene giusto per lui, anzi due, ad ora sono otto anni che è trapiantato! Quindi se è andata bene a mio padre che è anziano, deve andar bene pure a te che sei un ragazzo forte! Tieni duro arriverà la gioia vera anche per te! In bocca al lupo per tutto 🍀

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