Mi piace pensare che le storie dei bambini, per quanto possano essere problematiche, debbano essere raccontate in modo semplice, che possa piacere a loro, e che possa essere comprensibile a tutti i bambini, perché è giusto che siano educati e informati sulle malattie in un modo più dolce e leggero. Da qui nasce la nuova rubrica di “Vitae” dal nome “C’era una volta”, e inaugureremo questa nuova parte proprio con una storia di un bambino molto speciale. Buona lettura….
C’era una volta, ed esiste tutt’ora in un regno non molto lontano, dal nome Decimus, una giovane regina, Michela, con il suo piccolo figlio Nicholas.
Nicholas fin dalla nascita è sempre stato un principe diverso dagli altri principini, lui non passava le giornate a giocare con lussuosi giocattoli, amava brandire la sua spada di legno e mettersi la corazza per diventare un piccolo principe guerriero; questo, sicuramente, a causa di quell’incantesimo che lo legava fin dalla nascita.
Eh si, il nostro principe quando ancora era nella pancia della giovane regina, per mano di una Fata cattiva di nome Talassemia, era stato colpito da un terribile incantesimo. Talassemia, già invidiosa della bellezza della regina, scrutò nel futuro del piccolo principe prima ancora che nascesse, e, gelosa del suo destino, decise di mutarlo con una maledizione.
“Nascerà forte e bello” disse la fata cattiva “Ma porterà con se una maledizione: il suo sangue sarà rosso come un rubino e prezioso come i diamanti, ma non riuscirà ad averne abbastanza per tutta la vita. Quindi, una volta al mese, sarete costretti ad andare dal Mago Microcitemic e trovare qualcuno che doni un po’ del suo sangue, se volete che il piccolo possa continuare la sua vita. Il sangue è prezioso, le persone non lo doneranno mai!”
La regina era disperata, ma anche tanto forte, e riempi di forza il suo piccolo principe che, anche se una volta alla mese doveva recarsi dal mago, non aveva paura e mai sicuramente ne avrebbe avuta.
“Mio figlio sarà coraggioso come un leone” disse la regina Michela “anche se delicato come una farfalla, riuscirà a volare sopra le sue avversità perché puro è il suo cuore.”
Nicholas nacque e crebbe bello come un raggio di sole, pieno di speranza e circondato dall’amore dei suoi sudditi che, a dispetto di quanto pensasse la regina, a turno gli regalavano un po’ del loro prezioso sangue per poterlo far continuare nel suo cammino. Era forte Nicholas e, come un principe guerriero, si godeva la vita da bambino senza preoccuparsi del suo brutto incantesimo. Oltre alla sua passione per la scherma, amava giocare anche a palla con gli altri bambini del villaggio. Era un principe molto umile, e tutto il popolo stravedeva per lui.
La fata Talassemia era distrutta da tutto questo, pensava di fare del male al reame, ma non si aspettava che i sudditi volevano troppo bene al principino per non regalargli a turno un po’ del loro sangue.
Un giorno si trovò davanti alla regina e, spalancando le braccia facendo ondeggiare il suo lungo mantello nero come il carbone, le disse “Tu… tu ti pentirai di tutto questo, io riuscirò a vincere, prima o poi si stuferanno di dare sangue al tuo bambino”.
La regina si spaventò, ma non le volle credere.
I mesi passavano e cosi gli anni, Nicholas cresceva cosi come cresceva tutto il reame, il castello e il villaggio erano diventati caotici. Tante nuove persone erano venute a vivere sotto le mura del grande palazzo, persone che non conoscevano l’incantesimo o di cui avevano troppa paura, cosi le donazioni di sangue un po’ diminuirono.
Il principe Nicholas, che ormai aveva 9 anni, non ebbe paura nemmeno di questo e decise di parlare al suo popolo.
In una fresca giornata di settembre, quando le persone erano radunate nel mercato del villaggio, decise di affacciarsi al suo balcone e chiamare la folla per farsi dare un pò di attenzione.
Ma era troppo piccolo e non riusciva a farsi vedere. Cosi la mamma, la regina Michela, decise di prendere in braccio il piccolo Nicholas in modo da farlo vedere a tutto il popolo.
Ma la sua voce era troppo lieve e delicata, e non riusciva ad attirare l’attenzione di tutti, cosi prese il suo pallone, che tanto amava, e lo fece scoppiare con un colpo di spada. Grande fu il boato, tanto grande che anche gli uccellini che campeggiavano sui rami, volarono via dallo spavento. Tutti i sudditi si voltarono verso il rumore, e videro il principino coraggioso che li guardava con i suoi occhi sognanti.
“Ciao a tutti” disse il principino “So che la città è cresciuta e che tutti voi vi trovate molto impegnati, ma volevo ricordarvi che senza le vostre piccole donazioni di sangue io non posso vivere, e con me anche il regno e la speranza morirà.”
I cittadini, colpiti da tanta tenacia, si ricordarono che il piccolo principe aveva bisogno del loro aiuto e cosi quel giorno alla porta del mago Microcitemic ci fu una lunga fila.
Nicholas non ebbe più problemi con il brutto incantesimo, tutti si ricordarono che erano una comunità e come tale dovevano aiutarsi fra di loro. Grazie alla sua forza, il piccolo principe, era riuscito a far sparire l’egoismo del suo popolo, trasformandolo, come per magia, in puro altruismo.
Morale della favola, doniamo il sangue e facciamo si che i nostri bimbi conoscano fin da piccoli questo “incantesimo malefico”, in modo da crescere una comunità migliore e solidale.
Un pensiero su “Il principe Nicholas e la fata Talassemia”