Vi siete mai chiesti perché in caso di confusione, noi italiani usiamo il termine “Ambardan”? Beh, la sua storia ha dei connotati che si avvicinano alla tragedia, anche se con un pizzico di ironia all’italiana.
Per capire la provenienza di questa parola dobbiamo, non solo fare un balzo indietro nel tempo, esattamente di 82 anni, ma dobbiamo anche spostarci in Africa, precisamente in Etiopia. Nel 1936, le truppe italiane, in pieno espansionismo coloniale, combattevano la guerra d’Etiopia, una guerra decisamente inutile, per il quale, ancora oggi, paghiamo delle accise sulla benzina.
Le cose non sono semplici per l’allora Regno d’Italia, gli etiopi non sono così facili da vincere, così l’esercito italiano va alla ricerca di altri metodi per “colonizzare” l’Etiopia. Uno di questi metodi alternativi sono le armi chimiche, violando così la Convenzione di Ginevra del 1928, ammettendone poi l’uso solo dopo 60 anni. Gas e proiettili tossici che uccidono 20 mila persone tra militari e civili, incluse donne e bambini. Insomma, un genocidio bello e buono.
L’altro mezzo che l’esercito italiano impiega in battaglia sono i mercenari, per la precisione delle tribù mercenarie del luogo. Il problema fu che queste tribù non erano famose per la loro fedeltà; essendo appunto mercenari, spostavano la bandiera a seconda dell’offerta. E sarà proprio questa caratteristica, che porterà i superstiti della battaglia di Amba Aradam ad usare quello strano nuovo termine.
L’Amba Aradam è un altopiano montuoso che fu teatro di una delle battaglie della guerra d’Etiopia, un sanguinoso teatro dell’assurdo con un’involontaria vena comica. Si perché durante la battaglia, gli italiani non sapevano più chi erano i nemici e chi gli amici, visto che i mercenari erano sia nel loro libro paga che in quello etiope! Potete tranquillamente immaginare il caos nel campo di battaglia. Insomma, era proprio un ambaradam…
Come già detto, al ritorno in Italia, i reduci iniziarono a descrivere situazioni di confusione, paragonandole alla battaglia di Amba Aradam. Con il tempo le due parole si unirono, e, essendo una parola usata solo per via orale e raramente trascritta, la m diventò n.
Questa è la storia della parola ambaradan, che, forse involontariamente, riprende anche la sottile ironia dalla quale proviene. Ad oggi sono passati 82 anni dalla famosa battaglia dell’altopiano, una battaglia onestamente utile solo alla creazione di questo neologismo.
Grazie, molto interessante!
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