Forse non sapete che oggi, 17 febbraio, è la giornata nazionale del gatto. Ma conosciamo davvero la storia dei nostri tanto apprezzati amici felini? Se la vostra risposta è incerta, non è un problema, perché oggi parleremo proprio di loro, della storia dei gatti.
Dovete sapere che il gatto domestico, che tutti conosciamo, ha degli antenati piuttosto datati, parliamo di circa 10 milioni di anni fa. La cosa più straordinaria, è che gli appartenenti alla famiglia dei felidi del tempo, erano molto simili alle forme a cui adesso siamo abituati guardando i nostri amici pelosi.
Come possiamo immaginare i gatti, nel periodo preistorico, non erano animali da compagnia, e tanto meno venivano apprezzati dall’uomo, se non per le loro calde pellicce. Il primo passo verso l’amicizia uomo-gatto, arrivò solo con l’avvento dell’agricoltura. Con la creazione dei granai, gli esseri umani iniziarono ad avere sempre più a che fare con dei ladri rapidi, silenti ed evasivi: i topi. Qui entrarono in gioco i gatti, che, naturali cacciatori di roditori, vennero eletti a guardiani del grano.
Ma i gatti rimanevano dei predatori, addomesticarli non fu uno scherzo da poco. Non è ben chiaro quando i gatti iniziarono a convivere pacificamente con l’uomo, ma sappiamo per certo che gli antichi egizi vivevano a stretto contatto coi gatti già oltre 3500 anni fa. Per loro non erano solo animali da compagnia, ma bensì esseri da adorare come simboli religiosi. Non solo nel loro pantheon esisteva una dea con corpo da donna e testa di gatto, chiamata Bastet, ma avevano addirittura un tempio dedicato al culto del felino.
In Europa i gatti non c’erano ancora, e gli antichi egizi si tenevano ben stretti i loro amati animali. Ci pensarono i fenici a portarli in Grecia, non prima però di averli rubati agli egiziani. Qui vennero considerati da subito animali da compagnia, e, in poco tempo, nacquero addirittura dei mercati dedicati ai gatti. I romani, così come i greci, amavano i gatti e così, a macchia d’olio l’uso di possedere un gatto si diffuse in tutto l’Europa.
Nel medioevo i gatti, però, vissero periodi davvero difficili, soprattutto a causa della loro demonizzazione da parte della chiesa cattolica. Mentre nei paesi di religione islamica i gatti erano considerati animali positivi, laddove esisteva il cristianesimo, venivano associati a stregoneria e superstizione, e per questo furono oggetto di feroci persecuzioni e torture.
Questa terribile situazione non cambiò poi tanto nel corso dei successivi secoli. Fu solo nel XIX secolo che, grazie alla diffusione della cultura e del benessere, il gatto tornò ad essere considerato un animale da compagnia. Finalmente venne riaccolto in casa e apprezzato senza più discriminazioni. Ai giorni nostri, il gatto, è uno degli animali da compagnia più apprezzati al mondo, stimato per la sua acuta intelligenza e la sua fiera indipendenza.
Ancora una volta, abbiamo letto di una storia in cui l’ignoranza porta all’odio, che porta poi alla violenza. La cultura è l’unica vera arma che abbiamo per poter vivere una vita migliore, non solo per noi, ma anche per chi ci sta intorno. Perciò leggiamoci un bel libro ogni tanto, magari con, al nostro fianco, il nostro amato amico peloso.
Troppe persone pensano ancora che i gatti non sono capaci di affetto. Io posso dire che ho ricevuto più affetto da loro che dalle persone e ringrazio di averli ancora con me. Tanti si lamentano di non avere amore nells loto vits ma lo cercano nelle persone credendo che solo le persone siano cspaci di veri sentimenti. Ma invece i gatti sanno starti vicino e capiscono bene quando stai male e sono più presenti di tante persone.
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