Diario di una donna col cancro, l’alba del cambiamento

Una bellissima e coraggiosissima ragazza, già affetta da sclerosi multipla, si è offerta di raccontare al nostro blog il suo percorso attraverso la sua nuova malattia, un tumore neo diagnosticato, e di usare noi come fossimo il suo diario online. Perciò è un grandissimo onore annunciare che, da oggi, nasce una nuova rubrica a lei dedicata dal nome “Diario di una donna col cancro”.

Il suo nome è Francesca Macchi, vive a Trieste e questa è la prima pagina del suo nuovo diario:

Amo il mio lavoro, amo i bimbi del nido anche se mi fanno alzare la voce (si, genitori, la alzo). Amo prenderli in braccio e sbaciucchiarli (alla faccia di chi lo ritiene poco professionale…’solo i genitori devono baciare i propri figli’). 15 mesi per 15 kg, quello mi sorride e io mi sciolgo e lo prendo in braccio… fatica si, ma ripagata da quell’abbraccio stretto.
Ma anche le bimbe di quasi tre anni vogliono le coccole in braccio, posso dir di no a tanto affetto? Vi pare? ‘Tessa moja’ (Francesca mia) mi dicono… ma lavorare al nido vuol dire anche tanti microbi, febbre spesso e virus intestinali sparsi nel corso dell’anno. Così mi becco l’ennesimo virus, intestinale per l’appunto, con febbre a 40. Antibiotico e via. Mi fa male il braccio durante tutta la malattia, da non riuscir a tener il termometro. Sarò tutta infiammata? Sarà che ho esagerato a prender tutti quei bimbi in braccio? Uno strappo? Poi il virus intestinale passa, il dolore al braccio resta. Anzi si espande. Faccio delle visite dopo quasi un mese di dolore:
‘Tutto a posto cara, ma per precauzione facciamo un’eco, forse ha un’infiammazione non curata bene dal virus intestinale’. Sul braccio? Mah, può essere.
Durante l’eco: ‘Sa… è un macchinario nuovo, non lo conosco bene, ah! Qua c’è qualcosa!!’. Smetto di respirare.
Ah no no… scusi eh… macchinario nuovo. Ah! Ecco qua sì eh…‘. Neanche il tempo di tirar il fiato e torno in apnea. ‘No, mi sembrava. Scusi eh… macchinario nuovo. Qua si. Spetti che guardo meglio’. Mi allarmo o no? Intanto urlo dal dolore.
Ago aspirato: ‘Sembra una mastite, è tutta infiammata, anche il linfonodo del braccio. Con un antibiotico potrebbe passare, stia serena. Prenoto visita chirurgica.’ Dal chirurgo per un antibiotico? Si. È la prassi mi dicono. Mi fido.
Quei giorni li passo tra sbalzi d’umore che vanno dall’ottimismo più assurdo alla depressione più assoluta. Scrivo al mio amico di infanzia che ora se la spassa in Spagna, ma che un anno fa girovagava nei miei stessi sbalzi di umore dall’altra parte dell’Europa. ‘Non legger niente in internet. Vietato!’ Non vuole sbilanciarsi, ma secondo me sa già.
Anche mamma sa già, ma non me lo dice. Non dorme da 4 notti. Sto benedetto 30 aprile arriva, e con lui la frase: ‘Li ci sono cellule brutte, che non dovrebbero esserci’. Ma come? E il mio antibiotico? ‘Mi spiace Francesca. La voglio visitare’. La chirurga mi tocca, mi parla, mi cerca. Ma io penso a mio figlio e al mio amore… come glielo dico? Cosa cazzo è venuto a fare a Trieste? Assistenza ai malati? Ma so bene che non mi lascerà! Mi ha regalato un anello eh. Poi mio figlio. Daviducci mio… 8 anni e mezzo di adrenalina sana. Me ne dovrà prestare un pochetto! ‘Capito signora?’ No. Niente, parlava con me? BRCA, mastectomia, chemioterapia, protesi, quadrantectomia, ormoni, biopsia, aggressività… mamma distrutta. Io volevo l’antibiotico.
Voglio lavorare, i bimbi sono l’inizio della mia terapia. Sono egoista: li abbraccio forte forte, (senza alzarli ora) prendendomi il loro affetto, la loro genuina spontaneità… finché posso. Perché poi: ‘I globuli bianchi devono esser perfetti Francesca, non ti puoi ammalare. Un raffreddore può diventar una polmonite’. Questo è un dolore diverso…
È come il dolore che ritrovo negli sguardi del mio amore, di mia sorella (che si piazza a casa mia!). Amori miei!
E via con i sbalzi d’umore. Piango, ma non perdo il sorriso. Piango di nuovo, quando mi ritrovo in negozio con mamma a scegliere i turbanti. Rido, quando il mio amore mi suggerisce di prendermi delle parrucche da sporcacciona!
Oggi mi fermo qua.
La prossima settimana si inizia. Sarà tutto nuovo mi dicono, la nuova Fra!
Io intanto… parto dai capelli!”

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6 pensieri su “Diario di una donna col cancro, l’alba del cambiamento

  1. Francesca pensa solo FINCHÈ C’È VITA C’È SPERANZA!!!! Io combatto da circa 25 anni e più di una volta il mio “ospite” mi ha messo paura…eppure sono ancora qui. Non mollare!

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    1. Francesca, qualcuno affianco a me e con qualke anno in più di te nn c’è la fatta,il mio nonnino però a combattuto con le unghie e con i denti fino alla fine x restare vicina a mia nonna affetta dall’età di 50 anni dal morbo di wallembergh un morbo rarissimo x cui nn si hanno cure.Quindi ora combatti x te e x tutti quelli che ti amano e ti stanno accanto,io sono con te forza Francesca, un bacione grande.

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  2. Franz mi sembra ieri che mi consolavi allo spaziogioco mentre avevo difficoltà col mio bimbo, l’altra tata in arrivo e la nonna che iniziava il percorso che stai facendo tu ora…
    La notizia mi ha lasciata senza parole.
    Sei sempre stata una tipa tosta e questo blog dimostra la tua voglia di lottare e noi siamo li con te!!!! Forza maestra!!!!

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