“Facebook mi ha dato la forza per affrontare l’autismo di mio figlio”

Oggi tratteremo un’altra storia di autismo. A parlare sarà la mamma del bambino autistico, Danila Aloisi, 49 anni, di Massarosa, in provincia di Lucca.

Con le sue parole, in una bellissima lettera, ci ha raccontato la storia di Pietro, suo figlio, portandoci in viaggio all’interno delle loro emozioni e della loro forza di andare avanti.

“Quando ho partorito il mio secondo figlio, mi sono accorta da subito che qualcosa non andava.

Ero già madre di un altro maschio e le differenze furono subito evidenti. Era lento nei movimenti ed i suoi occhi erano persi nel vuoto, più i mesi passavano e più era evidente.

Notavo tanti comportamenti strani, così mi decisi a parlarne al mio pediatra, ma le risposte furono da subito deludenti e dolorose, continuava a ripetermi che ero troppo ossessiva. Purtroppo poi la situazione iniziò a peggiorare, arrivando addirittura a strozzarsi fino quasi a soffocare quando prendeva il biberon. Arrivati ai quattordici mesi, il dottore, si convinse e mi mandò a visita da una neuropsichiatra che dopo aver visitato il bambino, mi  inviò a sua volta in un centro specializzato. Me li ricordo ancora quei giorni, furono quindici e tutti molto pesanti da sopportare. Analisi del sangue, encefalogrammi, risonanza e svariate ore in seduta con una psicologa, dove io facevo giocare il bambino e lei osservava. Come ricordo ancora le parole della neuropsichiatra responsabile del centro: ‘Signora, suo figlio, soffre di un disturbo pervasivo di tipo autistico’. Io, in cuor mio lo sapevo già, mi ero documentata su internet e poi avendo mia sorella psicologa, ero già stata avvertita, che quella sarebbe stata la diagnosi.

Mentre scrivo, nonostante siano passati tredici anni, mi scendono le lacrime.

Feci qualche domanda alla dottoressa, sperando di non sentire ciò che invece mi disse. ‘Signora, iniziamo subito la riabilitazione, certo è che sarà difficile che il bambino parli, è veramente molto grave’. Tornai in sala d’aspetto, seduti su di una sedia, mio figlio grande tenendo in braccio il piccino mi disse: ‘Allora mamma?’ Ed io scoppiai in lacrime. Arrivata a casa, mi promisi di non piangere più. Non avevo il tempo di piangere, a casa avevo mia madre che aveva perso mio padre e anche io avevo perso il mio compagno.

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Sono passati anni che mi hanno segnato e scavato nell’anima. Ricordo le notti insieme a mio figlio tredicenne in macchina, per fare dormire il piccolino. Dicevo al grande: ‘Non ti addormentare tesoro, canta, canta a squarciagola, perché mamma è stanchissima ed è pericoloso se si addormenta’. Quanto dolore, un immenso vuoto che diventava sempre più profondo. Poi scoprii un gruppo Facebook di genitori, raccontavano le loro esperienze e supportavano le mamme che avevano figli piccoli. Da loro ho imparato tantissimo. Diventò la mia seconda famiglia e, visto il mio impegno, diventai amministratrice. Poi, dopo anni, l’idea di aprire un gruppo mio ‘AUTISMO È’ oggi molto attivo, in due anni abbiamo raggiunto quasi cinquemila genitori. Ormai siamo una enorme famiglia. Ho pensato anche di aprire uno sportello virtuale, che tra pochi giorni diventerà realtà, aprirò lo sportello a Lucca, presso l’associazione Luce Onlus che mi ha accolto, sposando il mio progetto con molto entusiasmo. Da poco, abbiamo dovuto dividere il gruppo in regioni perché ormai troppi. A capo di ognuna un genitore, pronto a dare sostegno ed informazioni sui contributi regionali e quant’altro. Io forse ho trovato la forza di andare avanti grazie a loro, buttandomi a capofitto in questo gruppo. Avevo talmente sofferto per l’autismo di mio figlio, che aiutare un altro genitore mi faceva stare meglio.

Quanto amore mi da il mio bambino, quanti progressi ha fatto. Un percorso duro, complicato, altalenante, come dico sempre, come sulle montagne russe. Tutto ciò mi ha reso una persona migliore, più attenta al dolore altrui. In questi tredici anni non ho visto cambiare molto in meglio le istituzioni nei confronti delle famiglie con autismo, ma ho conosciuto genitori fantastici, ho visto la creazione di tanti centri, ho visto tante lotte nelle piazze. C’è ancora da fare molto, tanto, ma se noi genitori riusciremo ed essere uniti, sono sicura che cambieranno tante cose. Grazie Pietro, sono fiera di te

Questa è la lettera di Danila, una testimonianza forte, di grande coraggio.

Volevo sottolineare il grande progetto di Danila, il suo sportello:

Lo sportello autismo aprirà i primi di maggio e sarà gratuito. Daremo tutte le informazioni. Saremo supportati da Psicologi Senior e tutor ABA. Psicoterapeuti relazionali. Avvocati. Psicomotricisti. Logopedisti. Ma soprattutto daremo informazioni sui contributi regionali in tempo reale” ci spiega una Danila entusiasta.

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Qui di sotto tutte le info per contattare lo sportello:

Presidente il Dottor Giovanni del Poggetto e vice presidente la Dottoressa Elena Ernesto

L’Associazione si trova in via Giovannetti, 240 Lucca Zona stadio.

Daremo poi quanto prima il numero del telefono ufficiale nel frattempo se volete info usate questo:

Tel: 3923472542

Oppure potete usare il numero di telefono dell’associazione

Tel: 3397607586

Mail: associazioneluce@yahoo.it

Inoltre potete trovarli anche su Facebook, eccovi il link AUTISMO È.

Danila mi ha chiesto, inoltre, di ringraziare i vari amministratori dei gruppi regionali di ‘AUTISMO È’ che ogni giorno si impegnano tantissimo per questo progetto. Quindi grazie mille da parte di Danila e da parte nostra di “Vitae” per il coraggio,la dedizione e l’amore che ci mettete ogni giorno.

2 pensieri su ““Facebook mi ha dato la forza per affrontare l’autismo di mio figlio”

  1. È ci si che il ho incontrato Danila ed è così che io d mio figlio siamo sei una seconda volta!La malattia di mio figlio è sempre stata cattiva e subdola ma giustamente si può alleviare se uniti ad altre persone che aimè percorrono la tua stessa strada piena di sofferenza ma anche di amore e soddisfazioni
    ….sono cose che solo un figlio autistico riesce a darti

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  2. È così che io e mio figlio abbiamo incontrato Danila ed è così che quel giorno siamo nati una seconda volta!La malattia di mio figlio è sempre stata cattiva e subdola ma giustamente si può alleviare se unite per il bene dei nostri figli è quanto sia importante stare con loro e percorrere la stessa strada dei genitori che come noi vivono e ogni giorno nutrono speranze emozioni !

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