“Grazie anche alla malattia ho imparato a non mollare mai”

Al nostro blog “Vitae” oggi è arrivata questa bellissima lettera. Una lettera di grande motivazione, che fa rabbrividire per la forza che trasmette. Buona lettura.

Buongiorno a tutti, mi chiamo Francesco e colgo questa occasione per raccontarvi un passo importante della mia vita, forse il più importante. Il mio 6 aprile 2002 sembrava un giorno qualsiasi di una lunga serie di giorni qualsiasi, ma invece così non fu, perché la mattina mi svegliai con un qualcosa di diverso. Mi svegliai con uno strano fastidio alla gamba destra, una sorta di sensazione sgradevole come di laccio emostatico che mi stringeva all’altezza dell’inguine. Questa sensazione persistette per una decina di giorni, aumentando fino a percepire torpore in tutta la gamba, con una sensazione come di punture di aghetti. Mi preoccupai più che altro per il fatto che durava da tanto tempo, così decisi di andare dal mio medico di base per avere un suo parere. Egli rimase un po’ sconcertato e si espresse dicendomi che probabilmente era dovuto a un qualche problema neurologico, che quindi sarebbe stato meglio fare una visita neurologica.

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Detto fatto, mi presi 5 mesi di pausa da lavoro e da lì inizio il calvario, un difficile cammino verso una risposta. Il neurologo si fece subito un’idea ben chiara di quale fosse il problema, solo che questo lo capii solo alla fine; intanto mi fece fare un esame dei potenziali evocati (l’addetto lo fece anche visivo seppur non esplicitamente richiesto), risonanza magnetica e prelievo del liquor spinale. Finalmente, a Dicembre, ebbi la diagnosi: leucoencefalomielite! Ok perfetto, ma cos’è? Naturalmente cercai su internet, trovando sempre lo stesso riferimento: SCLEROSI MULTIPLA! Fin dall’inizio, forse un po’ per incoscienza o forse per come sono fatto, non mi preoccupai di ciò che avevo, ma seguii tutte le indicazioni della neurologa. Quindi iniziai le terapie, prima con l’interferone, fino a cambiarne cinque perché la ‘mia nuova compagna’ era un po’ troppo aggressiva.

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Il tempo trascorse, e la SM, avanzando, si rubava sempre un po’ più di me, fino al giorno in cui mi guardai allo specchio e mi dissi: ‘Frenck che stai facendo? Stai facendo comandare lei… tu HAI la sclerosi multipla, ma tu NON SEI la sclerosi multipla. Non devi vivere per lei, ma è lei che vive con te!!’. Decisi di riprendere a fare sport e mi iscrissi in una compagnia di tiro con l’arco; partecipai ai campionati italiani, arrangiandomi in tutto e per tutto da solo. Dopo qualche anno mi iscrissi in una squadra di wheelchair hockey in carrozzina elettrica, nella quale ancor oggi milito come capitano, intraprendendo molte trasferte per le partite di campionato e per gli allenamenti.

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Certo, la ‘mia compagna’ SM è sempre lì in agguato e pronta a farsi sentire, forse perché si sente un po’ trascurata visto che era abituata ad essere ‘la prima donna’, però ora la guardo con un’ottica diversa. Grazie a questo ho imparato a non mollare mai, a non tirarmi mai indietro, a non rinunciare mai, in quanto oggi si può e domani chissà, a credere sempre in me stesso e nelle mie possibilità, a osare sempre un po’ di più anche quando tutto questo sembra impossibile!”

4 pensieri su ““Grazie anche alla malattia ho imparato a non mollare mai”

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