Eccoci a un nuovo appuntamento con Pillole di benessere, la rubrica della dottoressa Cristina Fanni, questa volta ci guiderà nel mondo delle piaghe da decubito.
“Le piaghe da decubito sono danneggiamenti localizzati a livello della cute e dei tessuti sottostanti, causati da pressione, trazione, frizione o da una combinazione di questi fattori. La causa va ricercata nella posizione statica del soggetto costretto ad immobilità per lunghi periodi ti tempo. Questa condizione innesca processi infiammatori e favorisce uno scorretto afflusso di sangue con conseguente carenza di ossigeno ai tessuti.
Come si manifestano
Sulla base della gravità dei sintomi è possibile classificare le piaghe da decubito in 4 diversi stadi.
PRIMO STADIO è quello meno percepito come piaga ed è caratterizzato da rossore della cute che non scompare dopo lo scarico della pressione
SECONDO STADIO il danneggiamento progredisce e la piaga inizia a manifestarsi come ulcera superficiale delle pelle caratterizzata da abrasioni, vescicole o lesioni
TERZO STADIO il danno diventa più consistente e interessa vaste zone, provocando degenerazione e morte del tessuto sottocutaneo (necrosi) ed estendendosi fino alla sottostante fascia muscolare, ma senza superarla
QUARTO STADIO è quello più grave e rischioso per la salute del soggetto, caratterizzato da lesioni molto profonde, estese dal muscolo fino anche ad arrivare all’osso, ai tendini e alle capsule articolari
È importante sottolineare che la piaga esiste già dal primo stadio e va subito curata per evitare di aggravare la condizione cutanea.
I fattori di rischio
- immobilizzazione, nel caso di soggetti allettati e con deficit motori gravi
- fisiologica riduzione dell’idratazione, dell’elasticità cutanea e dell’effetto barriera con l’avanzare dell’età
- maggiore esposizione al contatto con urina o feci che nei soggetti con incontinenza può essere causa di macerazione tissutale, ridotta cicatrizzazione e rischio di infezione
- presenza di patologie concomitanti che ostacolano la rigenerazione tissutale (diabete, patologie cardiovascolari ecc.)
Alcuni consigli per la prevenzione delle piaghe da decubito
- Ispezionare la pelle del soggetto a rischio almeno una volta al giorno e cambiarne la posizione, perché il movimento, seppur minimo, consente di attivare la circolazione e prevenire il danno da pressione.
- Curare l’igiene della pelle con acqua tiepida e detergenti poco schiumogeni, facili da risciacquare e a pH fisiologico. Sia nel lavaggio che nella fase di asciugature, la pelle non deve essere frizionata energicamente, bensì tamponata per evitare il rischio di traumatismi.
- Curare l’alimentazione attraverso un adeguato apporto di calorie, proteine, vitamine e minerali.
- Utilizzare almeno 2 volte al giorno, in tutti i punti, prodotti specifici per la cura della pelle che permettano di mantenere un certo grado di idratazione e elasticità.
- In caso di soggetti incontinenti, cambiare spesso il pannolone per evitare il contatto prolungato con feci e urine che possono contribuire alla macerazione della pelle.
I principali punti di compressione in cui possono insorgere le piaghe sono l’osso sacro, i talloni e le ossa del bacino. Tuttavia il rischio cambia a seconda della posizione e in particolare se la persona è a letto o se è in carrozzina.
Se la persona è allettato bisogna fare attenzione soprattutto al bacino, colonna vertebrale, zona sacrale, scapole, gomiti e talloni.
Se la persona è sulla sedia a rotelle occorre tenere sotto controllo sopratutto la zona sacrale, la parte bassa della schiena, le gambe, i talloni e i piedi.
Il corretto approccio alla problematica consiste nel trattare i pazienti a rischio prima che insorga il primo stadio, proteggendo le zone più problematiche (punti di compressione), al fine di contrastare l’infiammazione già in atto e ripristinare le condizioni fisiologiche della zona interessata, prevenendo così l’insorgenza degli stadi successivi, dove la lesione è ormai conclamata.”
23 anni in carrozzina e a letto. Non posso che confermare!
Grazie per i tuoi post chiari e utili.
Vicky
😊
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