Diario di una mamma sclerotica: in fondo ci vuole solo un pò di pazienza

La nascita del proprio figlio è sempre il giorno più bello della vita, ma se appena nato lo trasferissero in una terapia intensiva neonatale e il bambino stesse lottando per la sua sopravvivenza come vi sentireste? Questa è quello che ho provato io e come me tante altre mamme che hanno avuto i loro bimbi in bilico tra la vita e la morte. Per chi è la prima volta che apre il mio diario vi consiglio di leggere alcuni articoli , almeno quelli collegati in modo da capirci qualcosa:

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…..Nuovo giorno nuovo viaggio, questa volta molto speranzosa con la robettina del bambino ben posizionata in un borsa che dovrò lasciare in terapia intensiva a sua disposizione.

Ho messo le tutine che avevo scelto per la nascita, un’altra cosa strana, quello che ci sembra scontato metterli una semplice tutina per noi è una grande conquista.

Arrivo come al solito c’è tutto l’iter da seguire, lavaggio, camice, ecc.

Christian è nella sua incubatrice addormentato, come sempre, mi chiedo come mai questo bimbo dorma cosi tanto, avviso l’infermiera che ho portato la robettina, lei prontamente mi porta una culla “normale” , niente più incubatrice, sembra un sogno, mi dice di cambiarlo.

Ho vestito tanti bambini nella mia vita ma lui ha ancora tutti i suoi fili e mi sembra cosi delicato.

Lo vesto comunque sotto lo sguardo attento dell’infermiera, pensavo che la roba gli stesse piccola invece è tutto enorme, che piccolo.

L’infermiera mi dice che avrei dovuto prendere cose della sua taglia  una 00, non facile da trovare , il bello è che quando in gravidanza compravo la taglia 0 mi sgridavano tutti perché a detta loro era troppo piccola.

Gli metto la cuffia ma gli sta gigante anche quella, meglio toglierla, pazienza tanto qui c’è caldo.

Lo tengo un po’ in braccio, mi godo il tempo con il mio bambino, come se fosse un dono, nemmeno questo è scontato per noi.

Mi informano che sta andando bene che la saturazione è buona e che stiamo aspettando gli esami del sangue per controllare se c’è ancora l’infezione, che tempi lunghi.

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Io ormai sono stanchissima, viaggio ogni giorno con la macchina guidando io, i punti gli ho tolti ma la ferita ogni tanto si fa ancora sentire.

Mi sono completamente dimenticata del resto del mondo che continua a girare nonostante tutto a me sembra che il tempo si sia bloccato dentro le quattro mura di questa terapia intensiva.

Mi arrivano tanti messaggi al cellulare, delle volte nemmeno gli leggo, cancello e basta, non ho voglia di sentire nessuno, non ho abbastanza energie anche per quello.

Delle volte penso che sto mandando tutto a puttane, il blog, il libro, la trasmissione ma avrò tempo dopo per queste cose ora non sono importanti.

Nella pausa pranzo io ed Ivan decidiamo di andare alla ricerca della taglia 00 per Christian, alla corte del sole troviamo la linea new born dell’ Original Marines, sembra giusta gli faccio un po’ di scorta.

Ora dobbiamo cercare una lavanderia, non possiamo di certo mettergli la roba senza lavarla, alla fine optiamo per una lavanderia a gettoni di Sestu, non ci vogliamo allontanare troppo.

Fa ridere vedere la robina minuscola che gira in questa lavatrice gigante.

Ci mettiamo un bel po’ a lavare e asciugare tutto, è ora di tornare in ospedale , non facciamo nemmeno in tempo a pranzare, ma non fa nulla non ho fame in questo periodo.

Tutta soddisfatta metto la roba di Christian nella sua scatola sotto la culla, copertine, tutine, giacchine, tutto quello che potrebbe servirgli in questi giorni, ho speso un capitale ma non mi importa.

Christian dorme , come al solito, penso se quando lo porterò a casa sarà cosi bravo, ormai sono passate quasi due settimane ma a me sembrano mesi.

Sono arrivati anche i risultati degli esami, l’infezione è passata, ma per esserne certi gli devono ripetere tre volte, dobbiamo avere altra pazienza.

Io inizio a chiedere ai medici quando mi daranno il mio bambino, la casa è vuota senza di lui, io sono vuota senza id lui, ma non si esprimono ancora , mi dicono che sta migliorando molto ma deve ancora imparare a mangiare bene da solo, chissà quanto ci vorrà, per ora cerchiamo di avere ancora un po’ di pazienza…..

To be continued……

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